Se non ora... quando?
L’Italia come pilastro per la salvaguardia del turismo sostenibile e dell’innovazione: ripartiamo da qui
Già inseriti negli Sdg, i sustainable development goals, ovvero gli obiettivi dell’Agenda Universale 2030; i concetti di innovazione e turismo sono sicuramente due mega trend che potranno contribuire a dare una mano alla rinascita dell’economia in un momento così difficile in cui il mondo interno si trova a dover fare i conti anche, e necessariamente, con la difesa del pianeta.
Di certo, lo dicono gli esperti, gestire l’accoglienza dei turisti favorendo un migliore utilizzo dei territori favorirà una condivisione più equilibrata della ricchezza e un aumento complessivo della redditività.
Di recente Invitalia ha premiato 10 start-up che hanno avviato progetti in grado di offrire soluzioni che ruotano sì attorno al turismo cosiddetto “green”, ma che guardano anche oltre rivolgendosi non solo agli operatori dell’ospitalità ma anche ai turisti e ai vacanzieri attenti all’impatto ambientale pure quando viaggiano.
Titolo, a caso, del concorso era: “Change!”. Un cambiamento è possibile, certo. E se non ora, visto quel che sta accadendo con la pandemia da Covid19, che ci costringerà tutti prima o poi a doverci risollevare, viene da chiedersi… quando?
Il turismo è uno dei settori più importanti per l’economia globale e contribuisce al 5% del Pil mondiale creando 235 milioni di posti di lavoro (1 su 12). Si stima che il numero dei turisti raggiungerà gli 1,8 miliardi entro il 2030. La portata del settore genererà per questo inevitabilmente degli effetti non solo a livello economico, ma anche ambientale e sociale andando a insediarsi in molti degli aspetti della vita delle nostre comunità locali.
In questo quadro, e soprattutto dopo i cambiamenti che arriveranno a causa dalla crisi che stiamo vivendo, sempre più centrale diventerà il turismo sostenibile che, secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo, può essere definito come quel tipo di turismo “che tiene pienamente conto degli impatti economici, sociali, ambientali attuali e futuri, rispondendo alle esigenze dei visitatori, dell’industria, dell’ambiente e delle comunità ospitanti”.
Che preferiate chiamarlo turismo consapevole o turismo responsabile, si tratterà comunque di un turismo che dovrà aiutare i territori nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità definiti nell’Agenda 2030. E in questo contesto l’Italia non potrà certo chiamarsi fuori!
Come diventare “turisti sostenibili”? E’ davvero semplice: scegliendo la cucina locale piuttosto che i fast food, facendo una buona raccolta differenziata, acquistando nelle botteghe artigiane. Pronti per questa nuova avventura? Se non ora… quando?